mercoledì 11 maggio 2011

Markelian Kapedani - Balkan Bop



Scopriamo insieme a Sergio Veschi , Red Records, questo piccolo capolavoro in piano trio di Markelian Kapedani. Per ascoltare l'intero cd ( solo per questa settimana ) clicca qui.


Il jazz è già arrivato là. Ma non è mai partito da là a questo livellThe Shape Of Jazz To Come intitolava Ornette Coleman all'inizio degli anni 60 uno dei suoi dischi manifesto.
Oggi si potrebbe definire la musica di Kapedani One of the Shapes Of Jazz To Come.
Brani come Caravan, Nardis, Black Nile, Punjab, Delilah, Medina, Sama Layuca, Blue Rondo A La Turk, Turkish Mambo, Bedouin etc. sono già da tempo parte della letteratura jazzistica. Alcuni famosissimi altri meno ma non per questo meno belli o meno importanti.
Già dagli anni 60 in Europa musicisti come Tete Montoliu, Pedro Iturralde, Claudio Lo Cascio, Dusko Gojkovic, Csaba Deseo e altri si sono ispirati a vari folclori dei loro paesi o del bacino del mediterraneo coniugando melos popolari di varia provenienza e il jazz ma nella sostanza erano e sono stati visti come delle cose esotiche e un po marginali.
Oggi invece con la musica di Markelian Kapedani si assite ad un processo inverso.
Ciò che era ed è ancora periferico diviene via via più centrale. Non è più il jazz che ingloba altre culture ma sono culture "altre" che inglobano il jazz per evolversi e diventare altro da quello che sono. Quello che in alcuni composizioni di Ellington, Evans, Davis, Randy Weston, Victor Young, Bobby Hutcherson, McCoy Tyner, Lennie Tristano, Dave Brubeck etc. erano delle aperture su culture limitrofe al jazz sono per Kapedani l'humus, il suo naturale background su cui si innestano le tecniche e le metodologie improvvisative del jazz. In questo c'è un precedente illustre: Dollar Brand, oggi meglio conosciuto con il nome di Abdullah Ibrahim, che all'inizio degli anni 70 fece in qualche modo una operazione analoga con il suo celebre African Piano.
E' forse non inutile ricordare che quella musica comparve proprio con l'emigrazione di una folta rappresentanza di musicisti Sud Africani in Europa e a Londra in particolare sullo sfondo di una più vasta ondata migratoria di gente in fuga verso migliori condizioni di vita e di lavoro che dall'Africa si dirigeva in Europa e in particolare proprio verso l'Inghilterra e la Francia.
Markelian Kapedani viene dall'Albania del Nord, dalla zona di Skoder (Scutari). Figlio d'arte, il padre è pianista, compositore, direttore d'orchestra e una sua composizione è inserita in questo album. Kapedani possiede un solidissimo background di studi pianistici e musicali classici e la sua musica è qui ispirata a varie musiche non solo della sua terra ma dell'area balkanica, mediorientale e mediterranea. Si va dalla Bulgaria alla Spagna del Flamenco, e quindi della musica Arabo Andalusa (parafrasando un'altra Sketch of Spain), passando per varie forme, melos, metri dell'Albania, Grecia, Turchia, Egitto. Il risultato non è folclore ma musica che riflette come pochi i tempi che viviamo. Anche Kapedani, che da anni vive in Italia e Svizzera, è un figlio dell'emigrazione massiccia che dai paesi dell'Est e del Nord Africa, e non solo, si riversa in Europa .
Di questa diaspora, Kapedani, è, a suo modo, un interprete profondo e sincero che ci porta in dono il suo mondo musicale che incrocia i Balkani con il Jazz, sullo sfondo di varie culture che non si sommano ma si mescolano e danno vita ad una sintesi musicale che nasce da varie tradizioni per osmosi naturale e non per volontaristico, anche se nobile, atto di fede o ideologia, il che è lo stesso.
Nella sua inesorabile naturalezza e contemporaneità queste musiche assurgono già di primo acchito all'universale proprio perché non aspirano ad essere ma già sono la musica delle genti, che forse vorremmo ignorare o non vedere, assieme a cui viviamo in un crogiuolo in cui timori e speranze si fondono in un comune quanto ormai inesorabile destino.

Sergio Veschi

Balkan Bop
Brano legato all’idioma del be bop con forti riferimenti di intonazioni melodiche dell’area balcanica. La melodia affidata al pianoforte si appoggia ad una matrice ritmica mutevole: dal ritmo Malfuf allo Swing e vice versa. Il basso accompagna energicamente tutta l’esposizione del tema. Il finale del brano si ispira alle *Jare (Yaareh) Shkodrane, ), ballate malinconiche della città di Scutari (Shkodër).


Blue Penthaton
Brano basato sulla ritmica composta (2 + 2 + 2 +3) detta anche “Kars” o “Karsilamas”. Questa particolare ritmica che spesso caratterizza le danze e la musica Greca e turca, costituisce l’elemento di sostegno della melodia. Tale struttura ritmica la possiamo ritrovare anche nelle danze della Macedonia e dell’Albania.
Dal punto di vista melodico, il Tema si sviluppa sul modello pentatonico. La ritmica Karsilamas viene concettualmente incastonata su di una Matrice Blues che segue una struttura binaria in 4/4. Esposta in tal modo, la melodia, ad un primo ascolto, risulta alquanto sfuggente.


Nashke
Brano che richiama le intonazioni del nord-est dell’area Mitteleuropea. La melodia si muove per mezzo di intonazioni slavo-tzigane evocando la briosa atmosfera delle feste balcaniche. Le situazioni melodiche, armoniche e ritmiche si mescolano in modo naturale con il linguaggio del jazz.

Cous Cous in Tunisia
Questo brano si ispira alla tradizione ritmica delle Antille ed in particolare all’energia della musica Afro/Cubana. La melodia segue un andamento in Clave 2/3. Il basso “viaggia” sul Tumbao. Non manca una citazione (anche se brevissima) del motivo del celeberrimo brano A Night in Tunisia.

Bop Drops
Il Brano si ispira alla tipica tradizione Jazz, lo Swing.
La melodia costituita da successioni di quarte è basata su una struttura modale pentatonica.
Tale disposizione degli elementi melodici, conferisce al brano un andamento incisivo e scattante.
I Remember My Dad
Ballad.In ricordo del Compositore albanese Gjon (John) Mark Kapidani, padre dell’autore, recentemente scomparso. Il brano attinge dalle forme di Jare* (Yahre)*, ballate malinconiche della città di Scutari (Shkodër) luogo natale dell’autore. La prima parte di solo piano (“ad libitum” - quasi una fantasia) è ricca di elementi contrappuntistici. La melodia si estende sul tessuto armonico con ampi intervalli.

One for Bud
Brano dedicato a Bud Powell, grande figura centrale e caposcuola del pianismo jazz di tutti i tempi. Il brano si ispira dalla tradizione del be bop.
Oriental Traveller
Un viaggio immaginario attraverso le terre d’oriente, dove miraggi, sogni, realtà e fantasia si confondono e … si perdono nell’orizzonte.Questo brano si basa sulla matrice ritmica di Sayyiddi*, tipica delle danze mediorientali.

Quickly
Brano composto sulla tipica struttura dell’Anatole.

Davaj
Il brano inizia con il pianoforte solo. Sin dalle prime note del pianoforte si percepiscono le intonazioni della musica popolare Russa. La melodia ricrea l’atmosfera della poesia di S.Esenin: Oh, la mia cara Russia.



Malfuf = avvolto. Ritmo binario di origine Egiziano/Yemenita.

Yare, di etimo incerto. Alb – Jare; forse dalla lingua araba – Jaareh = ferita. Probabilmente si conferiva questo termine alle canzoni di carattere malinconico che segnavano neprofondo i sentimenti (come un “indelebile ferita” al cuore).
Sayyiddi Arabo: 1). “Sayyiddi” = mio signore, 2). Meno probabile il termine “Sàeed” = fortunato. Ritmo in 4/4 di origine Mediorientale.

Anatole, di etimologia incerta, disegna una struttura formale tipica del jazz, meglio nota come rhythm changes.
Davaj, Russo – ДABAЙ = avanti.

Markelian Kapedani